Nel nostro ultimo blog post abbiamo introdotto il concetto di passion economy. Abbiamo, cioè, iniziato a parlarvi di imprenditori e imprenditrici che hanno fatto della loro passione un vero e proprio lavoro. Come già detto, c’è chi apre partita IVA come lavoratore autonomo, e chi invece crea delle start up.
Se avete letto la storia della Giumenta Bardata, sapete che il business model di Francesca e Marco è molto particolare. Ma non è solo chi fa sartoria ad alto livello a farcela. Oggi vi portiamo l’esempio di Luca Torraco, membro della community ViviComics che ha partecipato come ospite alla nostra live Instagram del 23 maggio 2022.
Chi è Luca Torraco
Quando si parla di mangaka, la mente corre subito al Giappone. In fondo, il manga è nato nel Paese del Sol Levante, quindi è logico immaginare che tutti gli artisti che producono quel genere di opera si trovino lì. Tuttavia i tempi sono cambiati e oggi esistono anche mangaka italiani. E Luca fa parte di questa categoria.
Ci teniamo molto a raccontarvi di più di lui, anche perché è l’esempio calzante di come si può dar vita ai propri talenti e ci si impegna a fondo per raggiungere il proprio obiettivo.
Luca, infatti, prima frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Lecce, laureandosi in Restauro dei Beni Culturali, e poi si specializza in Scultura. Una volta completato il corso di studi, però, decide di buttarsi su quella che è la sua vera passione, i manga. Frequenta quindi la scuola del fumetto Lupiae Comix di Lecce e successivamente continua la sua formazione da autodidatta. Come autodidatta, inoltre, continua ad evolvere il proprio stile.
Il tutto lo porta dov’è oggi, ovvero a collaborare con diverse case editrici tra cui Astromica e Cityland Comix.
Quali aspetti della produzione cura?
Luca è un fumettista molto versatile, capace sia di curare interi progetti in autonomia dall’inizio alla fine che di inserirsi in un lavoro di team. Per il suo manga intitolato Black Wolf, ad esempio, Luca si è occupato di tutti gli aspetti del fumetto, dalla sceneggiatura, alla caratterizzazione dei personaggi, all’inchiostrazione. Nel caso del fumetto realizzato per Cityland Comix, invece, il nostro mangaka è stato affiancato da uno sceneggiatore.
Di cosa abbiamo chiacchierato in live
I manga isekai
Con Luca inizialmente abbiamo parlato di una sua passione, i manga isekai. Il termine isekai in realtà in Giappone viene usato per indicare tutto ciò che è fantasy. Anzi, per essere più specifici, ciò che è fantasy orientale. Ad esempio, anche giochi molto famosi come Final Fantasy e Dragon Quest appartengono alla categoria.
I manga isekai partono da delle premesse. Solitamente il protagonista viene catapultato in un altro mondo e il suo ingresso in questo universo può avvenire in due modi:
- tramite reincarnazione
- viene richiamato sul posto da un incantesimo
I main character di solito sono studenti che nel mondo reale non hanno buone capacità relazionali, ma che nell’universo parallelo riescono a mettere a frutto tutte le loro capacità. E poi ci sono opere dove i protagonisti acquisiscono abilità speciali.
Quali sono i manga isekai interessanti secondo Luca? Senza dubbio “Re:Zero – Starting Life in Another World”, fumetto incentrato su un hikikomori dotato di grande empatia. Una volta reincarnato, il protagonista scopre di essere capace di riavvolgere il tempo. Questo potere si rivela importantissimo, perché gli permetterà di trasformare questa empatia in qualcosa di concreto. Nel corso del manga, infatti, l’hikikomori userà le sue capacità per cambiare il corso degli eventi in modo da aiutare gli altri.
Altro bel manga isekai è “Mushoku Tensei”. In quest’opera troviamo un hikikomori trentenne rifiutato dalla società che, per questo motivo, odia chiunque. Nonostante sia misantropo, il protagonista sacrifica la sua vita per salvare una persona da un incidente mortale. Risultato? Si reincarna in sé stesso in forma di neonato. Non solo, ma mantiene tutti i suoi ricordi. Questo gli permetterà di rivivere la sua vita godendo appieno di ciò che ogni istante può offrire.
Chiacchierando del suo lavoro di mangaka
Abbiamo approfittato della live con il mangaka anche per sapere qualcosa di più sulla sua professione. In particolare, gli abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa degli esordi. E il nostro fumettista ha raccontato che quando si inizia a lavorare con le proprie passioni si deve essere pronti a “incassare”.
“All’inizio della mia carriera ho ricevuto un sacco di no” racconta Luca durante la diretta. “E facevano molto male, anche perché prima avevo un’altra mentalità. Pensavo: perché io non sono riuscito mentre un altro che ha meno esperienza di me e ha uno stile di disegno particolare e difficile da piazzare sul mercato ce l’ha fatta in pochissimo tempo?”
Provare rabbia per i primi insuccessi è del tutto fisiologico. La cosa importante è lasciare alle spalle la rabbia iniziale, e prendere il rifiuto come una sfida per migliorarsi. In altre parole, anche se arriva un no, bisogna imparare a non arrendersi.
Cosa dovrebbe tenere in conto vuole fare questo lavoro
Ma non è tutto. Durante la live abbiamo chiesto al fumettista anche quale sia la parte più difficile di questo lavoro. E ci ha confermato un po’ ciò che ci raccontava Francesca della Giumenta Bardata, ovvero che le sfide sono due.
Non basta infatti trovare l’idea, ma bisogna fare in modo che l’idea funzioni. Bisogna cioè sviluppare il progetto nel modo corretto. Secondo Luca, è come il meccanismo di un orologio: se un componente è fuori posto, l’orologio non funziona più. Quindi bisogna trovare le idee giuste e fare attenzione a svilupparle bene. Una volta fatto questo si è a metà dell’opera.
Inoltre c’è la gestione del tempo. Per un fumettista, infatti, ci sono scadenze da rispettare, anche quando manca l’ispirazione o si ha altro per la testa.
I consigli utili per iniziare
E chi vorrebbe iniziare questa impresa, cosa dovrebbe fare? Innanzitutto, dovrebbe studiare anatomia e prospettiva. La prima vi permette di capire come si muove il corpo umano, mentre la seconda vi consente collocare il tutto nello spazio e risultare credibili. Certamente, esistono opere storiche dove i corpi sono terribilmente allungati o le prospettive impossibili (come in Captain Tsubasa, ad esempio), ma vanno considerati casi limite. Insomma, studiare il funzionamento del movimento umano e la prospettiva è senz’altro la base.
Inoltre, è indispensabile non smettere mai di disegnare per sviluppare il proprio stile. In questo senso va anche la ricerca di uno o due autori di riferimento. Ovviamente, dice Luca, quello che dovete fare non è copiarli in tutto e per tutto ma usarli come “lanterne” per imparare a capire cosa volete ottenere da voi stessi.
Cosa ne dite di questa chiacchierata? Vi è piaciuta? Vi ha ispirato e ora vorreste saperne di più sulla passion economy? Allora state pronti, perché presto ci saranno altri post sull’argomento. E se avete un’idea o un’esperienza da condividere potete scriverci per email a info@vivicomics.com