Un paio di mesi fa, sul nostro blog abbiamo parlato di un genere manga diventato molto popolare tra gli anni ‘80 e ‘90 e che ancora oggi ha un largo pubblico. Sì, ci riferiamo al meitantei, ovvero al manga giallo. Non abbiamo in mano delle statistiche, ma considerando con che frequenza vengono citate alcune opere sui canali dedicati, possiamo affermare che i manga gialli sono ancora i fumetti giapponesi più amati. Insieme agli shonen come One Piece, ovviamente.
Sul terzo gradino del podio, invece, collochiamo i suriraa, che condividono alcuni aspetti con i meitantei ma che, allo stesso tempo, se ne discostano. Cosa sono i suriraa? Volendo semplificare, possiamo definirli manga thriller. Questi fumetti sono in genere più maturi rispetto ai manga gialli, e oltre a contenere tematiche più profonde, presentano un linguaggio più crudo.
Per questo motivo, si rivolgono a un pubblico adulto, vale a dire alla fascia 18 – 30. Altra caratteristica che rende i manga thriller più adatti ai maggiorenni? Lo stile grafico ruvido e le scene violente. Ma analizziamo nel dettaglio le differenze con i meitantei punto per punto.
Focus
Cominciamo con focus del manga e modalità con cui avviene la narrazione. Spesso, come avviene per i gialli, nei suriraa la vicenda orbita intorno a una serie di omicidi. Tuttavia, mentre nei polizieschi assistiamo a storie autoconclusive o che occupano 3 – 4 capitoli, nel genere thriller l’autore tende a seguire un unico filone. Ancora, se nei meitantei si lascia spazio al ritrovamento di indizi e alla risoluzione del caso, nei manga thriller molte pagine vengono dedicate alla psicologia dei personaggi. E, soprattutto, vengono rappresentate paure e insicurezze, cosa che nei fumetti gialli non vediamo quasi mai.
I protagonisti
E poi cambiano i protagonisti: nel genere suriraa, infatti, i personaggi principali non sono detective privati o guardie del corpo, ma fanno parte di agenzie di spionaggio internazionale. In altre parole, ad occuparsi dei vari casi sono solitamente membri della CIA o dell’FBI. E anche quando le organizzazioni di intelligence non sono le protagoniste, spesso scendono in campo per affiancare la polizia locale. Ci sono poi le eccezioni, come in Death Note, dove all’Interpol si aggiunge un misterioso detective privato, chiamato L.
Esistono suriraa che vedono come protagonisti i “cattivi”? Sì, assolutamente. Tuttavia, in questo tipo di fumetti non troviamo più ladri mossi da buoni sentimenti, ma killer spinti da motivazioni più o meno condivisibili. Motivazione che a volte possono essere profonde e altre no. Ad esempio, ci sono opere in cui i protagonisti sono killer macchina, i quali uccidono perché quello è il loro lavoro. E poi ci sono fumetti in cui il protagonista desidera solo ripulire il mondo dai criminali in fretta. Il “problema” è che per farlo usa metodi non convenzionali.
Alcuni aspetti del manga thriller: soprannaturale, amore, morte e humor
Come i meitantei, solitamente i manga thriller sono piuttosto realistici. Con questo intendiamo che i protagonisti non hanno superpoteri, così come non li hanno i vari membri del team dedicato alle indagini. Quindi le tecnologie utilizzate dalle agency per comunicare, le ambientazioni ecc rispecchiano quelle del mondo reale.
Tuttavia, in alcune opere suriraa, al verosimile si possono mescolare elementi soprannaturali o fantasy, quali divinità o robot super intelligenti. È questo il caso del già citato Death Note, dove troviamo un dio della morte, ma anche di 20th century boys, dove una strana entità minaccia la popolazione.
Rispetto ai meitantei, poi, in questi fumetti il sangue è presente in maggiori quantità. Le scene in cui vengono mostrati feriti o cadaveri, infatti, non sono solo più lunghe, ma anche più frequenti.
Ancora, elemento che differenzia i polizieschi dai thriller è che nei secondi c’è poco spazio per le storie d’amore. Il protagonista può innamorarsi, ma è poco comune, e il rapporto non viene mai esplicitato. Delle volte, invece, ci troviamo davanti a love one-sided, dove chi si innamora viene usato dalla controparte unicamente per raggiungere i propri scopi.
E lo humor? Beh, questo aspetto è praticamente impossibile da trovare nei suriraa. Ma, a nostro avviso, se amate leggere opere dove la psicologia dei personaggi è analizzata nel dettaglio, le scenette comiche non vi mancheranno per niente.
I manga thriller più famosi e quelli che hanno fatto la storia del genere
Golgo 13
Cominciamo con Golgo 13, il manga più longevo in assoluto. Nato nel 1968 dalla penna di Takao Saitō, il fumetto ha da poco compiuto 50 anni ed è ancora in corso. Altri motivi per cui abbiamo deciso di menzionarlo? Innanzitutto, per la scelta editoriale (l’opera andrà avanti nonostante l’autore sia scomparso nel 2021). E poi perché il protagonista è qualcosa di atipico. Golgo 13, infatti, è incentrato su Duke Togo, killer professionista il cui unico pensiero è quello di portare a termine i compiti che gli vengono affidati. E la morale? Per Duke Togo è un fattore secondario.
Monster e 20th Century boys
Continuando con il filone “opere particolari” troviamo Monster, capolavoro di Naoki Urasawa. Pubblicato tra il 1994 e il 2001, tratta la storia di Kenzo Tenma, abile neurochirurgo che dovrà suo malgrado rivedere le scelte del passato. Tenma scoprirà che Johan, suo ex paziente che aveva salvato da morte certa anni prima, è diventato adulto. Non solo è cresciuto ed è sano, ma è diventato anche uno spietato assassino.Sconvolto dalla notizia, il chirurgo dovrà anche confrontarsi con la polizia, che lo ritiene responsabile degli omicidi. La soluzione? Far perdere le proprie tracce e mettersi alla ricerca di Johan per fermarlo il prima possibile.
Monster è un manga forte, che mette il chirurgo a dura prova costringendolo a scegliere tra etica professionale e il suo “tornaconto”. Se questo autore vi intriga, potreste leggere anche 20th Century Boys. Non aspettatevi però una trama simile: in questo caso parliamo di un manga quasi fantascientifico, dove i personaggi dovranno indagare affinchè una setta non distrugga la terra.
Banana Fish
Ancora, tra i manga thriller psicologici atipici c’è Banana Fish, opera di Akimi Yoshida. La cosa curiosa è che questo fumetto viene catalogato come shōjo. Come mai? Perché all’interno troviamo una love story tra Ash Lynx (il protagonista) e il suo migliore amico. Se vi aspettate una storia smielata tipo Marmelade Boy o simili, vi suggeriamo di cambiare manga, perché il rapporto tra i due è solo accennato. Siamo ancora in un suriraa in fondo. Su cosa verte la trama quindi? Su una serie di omicidi, tutti commessi da persone diverse ma che hanno un elemento in comune. Chi si macchia di questi crimini, infatti, prima di cadere a terra esamine finito il massacro pronuncia sempre le parole “Banana Fish”.
Death Note
Infine, menzione d’onore per Death Note, uno dei fumetti più conosciuti, complice l’anime trasmesso su MTV. Nell’opera di Tsugumi Ōba il protagonista è Light Yagami, studente modello che si troverà tra le mani un potente strumento per sbarazzarsi dei criminali. Light poi abuserà di questa opportunità, sacrificando anche chi ha attorno. Anche in questo manga il punto focale è l’etica: il protagonista è un criminale? Oppure è il giustiziere che metterà finalmente ordine nel mondo?
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