Baba Jaga Fest, il più bel festival del fumetto est europeo

Negli ultimi anni parlare di cultura pop (ovvero di fumetti, games e cosplay) è diventata una moda. Anzi di più: è diventata prassi comune non solo parlarne, ma anche organizzare un numero sempre maggiore di eventi dedicati a questo tema. Potremmo quasi dire che si tratti del paradiso di chi ha passato l’infanzia a guardare Pollon, He Man e i dominatori dell’universo, ascoltava musica dai walkman e leggeva Dylan Dog. Oggi, infatti, grazie a tutte le fiere, grandi o piccole che siano, la generazione Y può immergersi in un flusso artistico che miscela vita e arte senza remore! 

Noi di Vivicomics amiamo dare spazio ad ogni tipo di iniziativa nerd/pop, grande o piccola che sia. Insomma, per noi il festival del fumetto locale e la fiera nazionale come può essere Napoli Comicon o Lucca Comics hanno pari dignità.

Per questo abbiamo deciso di aprire una nuova sezione del blog riservata a nuove proposte, elementi curiosi ed eventi imperdibili. Ci dedicheremo alla mission con lo stesso impegno di sempre, per cui sappiate che da ora in poi scandaglieremo il mondo delle fiere con ancora più attenzione! Salite, quindi, sulla nostra Delorean e partiamo per la nostra ricerca…
Un evento del Baba Jaga Fest

Baba Jaga Fest – cos’è, da chi è nata l’idea, e cosa ci racconta questo festival del fumetto

Tra le iniziative in cui ci siamo imbattuti quest’anno c’è il Baba Jaga Fest, festival del fumetto che ha visto la luce proprio nel 2022. La manifestazione, che si è svolta a Roma dall’8 al 10 aprile, ha portato in Italia fumetti e illustrazioni mai visti prima. Questa iniziativa, in particolare, è focalizzata sulla produzione fumettistica dell’Europa dell’Est, che vanta una lunga tradizione tutta da scoprire.

Per questa piccola gemma vogliamo ringraziare Alessio Trabacchini e Serena Dovì, perché non fosse stato per la loro sete di sapere il festival non avrebbe mai visto la luce!
photo credits Francesco Schifano_Wow Tapes

Ma chi è la Baba Jaga?

La Baba Jaga è una creatura magica che popola le leggende dell’Europa Orientale. Si tratta di una vecchia strega dotata di grandi poteri che vive nella foresta. La sua casa è singolare: innanzitutto, la porta è sottoposta ad un incantesimo che la rende invisibile e l’uscio appare solo se vengono pronunciate le parole magiche corrette. In secondo luogo, l’abitazione di Baba Jaga si sposta muovendosi su delle zampe di gallina. Questa strega non ha una caratterizzazione specifica: in alcune storie, infatti, è benefica con i suoi visitatori, mentre altre volte è crudele. Siete degli appassionati di serie tv? Allora rendiamo il concetto più facile facendovi un esempio: la strega che Geralt di Rivia e gli altri Witcher  devono sconfiggere è una Baba Jaga.

Il logo di Baga Jaga Fest

Il logo della manifestazione si rifà proprio alla dimora della strega: come la casa, infatti, ha delle zampe ed un occhio magico che incanta coloro che lo osservano. Il significato dietro questa immagine? Sostanzialmente, questo logo vuole invitare il pubblico a spostarsi dalla propria “zona di comfort”, a inoltrarsi nel fitto della foresta per varcare i confini territoriali. Perché è solo viaggiando (anche metaforicamente) che è possibile conoscere queste produzioni artistiche a noi prossime, eppure così diverse.

Una vignetta di Daria Bogdanska
Daria Bogdanska_Nero vita. Una storia di moderna schiavitù, 2019, p. 8_courtesy Edizioni Mesogea

Gli autori di questo festival del fumetto

Ma Baba Jaga Fest non è una manifestazione incentrata unicamente sugli artisti dell’est europeo. Anzi, è un festival del fumetto che ibrida artisti provenienti dall’Europa Orientale con autori italiani. Qualche nome? A questa edizione hanno partecipato: 

  • tre illustratori italiani, ovvero Eliana Albertini (Betterpress), Andrea De Franco (ELSE Edizioni), e Maurizio Lacavalla;
  • per la Romania, Alex Bodea; 
  • dalla Polonia, Daria Bogdanska;
  • per la Lettonia, kuš!; 
  • due disegnatori Lituani, ovvero Akvile Magicdust e Gvidas Pakarklis; 
  • per la Bulgaria Kalina Muhova; 
  • per l’Estonia, Mark Antonius Puhkan; 
  • due autori provenienti dal Latvia, Pauls Rietums e Jana Ribkina; 
  • per la Serbia, Aleksandar Zograf. 
opera di Kalina Muhova
Kalina Muhova_Diana Sottosopra, pastello, 2019_courtesy Canicola

C’è un elemento che accomuna tutti questi illustratori e collega la loro produzione. Tutti loro, infatti, attraverso la 9° arte, miscelano disegno e parole nello stile fumettistico tipico dell’Europa orientale. 

Il viaggio nella fiera mira a svelare attraverso i percorsi artistici, degli autori su citati, i cambiamenti sociali in atto nel vecchio continente, dal Mediterraneo agli Urali; e Roma, quale città eterna dove tutto affluisce, può -a ben diritto- accogliere questa manifestazione, che integra un’ampia comunità proveniente dall’oriente europeo e prova, nell’ambito artistico, ad “abbattere” gli stereotipi generando nuove alleanze. Solo la conoscenza abbatte le diffidenze!

opera di Eliana Albertini
Eliana Albertini_Holiday Inn, Sarajevo (Bosnia-Erzegovina), 2022_courtesy l’artista

Tutti gli artisti che hanno animato il BABA JAGA FEST con mostre, workshop, incontri e performance stanno contribuendo, con storie e tavole inedite, alla realizzazione di un catalogo. Questa pubblicazione, che prende il nome della fiera sintetizza in più di 100 pagine, l’intera esperienza del festival. Una raccolta di inediti in Italia, in cui autrici e autori raccontano la scena artistica dei rispettivi Paesi e narrano i contesti storici e sociali in cui la loro esperienza è nata.

Aspettiamo quindi con ansia questo volume per poterci preparare adeguatamente all’edizione del prossimo anno!