Siamo arrivati al terzo post sul gioco di ruolo! Negli articoli precedenti abbiamo dato un’infarinatura generale su cosa sia questa tipologia di gioco per poi parlare del percorso di Martino Smaltini, che ha trasformato la sua passione in qualcosa di diverso. Oggi c’è il punto di vista di due giocatori, Luca Torraco e Giuseppe Solito. Entrambi ci raccontano com’è partecipare a sessioni di gioco di ruolo dal vivo e virtuali e ci danno qualche consiglio per vivere al meglio le partite.
L’esperienza di Luca Torraco
Come ti sei avvicinato ai giochi di ruolo?
“È accaduto per caso. Un amico invitò me e mio fratello a una one shot di Dungeons & Dragons e ci piacque talmente tanto che in seguito partecipammo a due campagne. Questo primo passo mi ha poi portato a coltivare un grande amore per D&D e Fabula Ultima.”
Cosa ti piace del gioco di ruolo? E di D&D?
“Per quanto riguarda il gioco di ruolo, mi piace la possibilità di immedesimarmi in personaggi diversi e di stare a contatto con persone che condividono la mia stessa passione. Grazie a questa condivisione sono state diverse le persone con cui ho giocato e con cui ho stretto un rapporto di amicizia. Per quanto riguarda D&D, per me occupa un posto speciale perché amo i giochi di genere fantasy.
Personalmente, consiglio questo titolo a chi si approccia ai giochi di ruolo per la prima volta perché permette di toccare con mano cos’è il gioco di ruolo. C’è da dire anche che per giocare a Dungeons and Dragons bisogna avere dimestichezza con la matematica. La matematica non ti piace? Allora potresti provare titoli come Not The End e Fabula Ultima che sfruttano sistemi molto più semplici.”
Tu non sei solo un giocatore di D&D ma anche un Master. E ti sei anche messo a disposizione di coloro che vogliono provare il gioco di ruolo
“Fare il Master non è semplice perché creare una narrazione efficace e gestire i tempi richiede doti particolari. Con l’esperienza però sono riuscito a migliorarmi. Oggi faccio il Master sia per le sessioni di gioco di ruolo dal vivo che per le partite di D&D virtuali. E poi sì, mi sono messo a disposizione di coloro che non hanno mai giocato e vogliono vivere una meravigliosa avventura. Per preparare adeguatamente chi partecipa per la prima volta spiego come funziona e faccio presente che potrebbero uscire tematiche che potrebbero urtare la loro sensibilità. Poi chiedo che ruolo vorrebbero interpretare e aiuto a creare i loro personaggi. Questo può avvenire durante una call preparatoria nel caso di partite virtuali o di persona nel caso di sessioni di gioco di ruolo dal vivo.”
In cosa cambiano le dinamiche del gioco tra sessioni virtuali e dal vivo?
“I tavoli virtuali permettono al Master di fare cose curiose, come creare l’atmosfera usando la musica e alterare la voce (ad esempio, potresti modificare la voce così da suonare come un Kobol o come un possente drago). E il punteggio che “esce” mediante il tiro dei dadi viene calcolato in automatico. Ma è molto più bello organizzare una serata con gli amici, ordinare pizza e birra e infine tirare dal vivo i dadi. Quella è una bellissima sensazione. Il lavoro più grosso nell’organizzare il tavolo virtuale? Fare tutti i controlli preparatori affinché non ci siano problemi. Il trucco è dedicare il tempo necessario a fare tutto, senza ridursi all’ultimo secondo.”
Dai dei consigli flash a chi si sta ancora approcciando a questo mondo:
“Gioca, divertiti, sbaglia, impara. Per la creazione di un personaggio è necessario investire del tempo e capita di affezionarsi. Tuttavia, se il tuo personaggio “muore” non c’è da rimanere male perché è un gioco e il fallimento fa parte del gioco. Altro consiglio spassionato: durante una sessione un giocatore fa delle azioni o prende delle decisioni che creano disagio? Parlatene tra di voi, in qualsiasi momento.”
L’esperienza di Giuseppe Solito
Com’è nata la tua passione per i GdR? Ricordi la tua prima sessione?
“È nata col tempo. Quando iniziai per me era un modo per stare assieme agli amici. Non era tanto il gioco di ruolo in sé, quanto lo stare con persone che mi facevano star bene. Poi c’è stato il lento appassionarsi alle storie, ai combattimenti e alle risate fatte al tavolo da gioco fino a che, verso i 26 anni, mi sono accorto che per me era diventata una vera e propria passione. In prima battuta a rendere il gioco più di un semplice passatempo è stata la possibilità di cambiare regolamento e ambientazione di gioco. E da lì ho scoperto che potevo divertirmi anche con gente nuova.
La prima sessione di D&D a cui ho partecipato in assoluto si è tenuta nella sede di un’associazione ludica che purtroppo ora non c’è più. Il master era bravissimo, e quel giorno c’erano degli amici con cui facevo palestra e mio padre, che ci aveva accompagnato per poter vedere come stesse andando. Probabilmente una scusa per nascondere la curiosità, poiché anche lui in passato ci aveva già giocato. (Ride ndr.)
Non avevamo nemmeno le schede dove appuntare le caratteristiche dei personaggi, ma ciò che importava era solo interpretare il nostro character come volevamo. Ancora oggi cerco e preferisco sessioni di gioco con questo stile.”
Su quale aspetto del tuo carattere (o della tua vita) ha influito questa passione?
“Innanzitutto, mi ha permesso di aprirmi. La possibilità di vestire i panni di un personaggio simile a me e di immergermi in un mondo diverso dal nostro, mi dona una libertà incredibile. Non solo, ma durante le sessioni di gioco di ruolo ho persino potuto sperimentare situazioni che mi mettevano ansia nella vita reale perché immaginavo e temevo conseguenze spiacevoli. Trovandomi di fronte a quelle situazioni come personaggio ho scoperto che affrontare delle problematiche nella realtà non porta necessariamente allo scenario catastrofico che mi immagino… Partecipare a delle sessioni di gioco di ruolo è stato liberatorio, e lo è ancora oggi.”
A che tipo di giochi di ruolo giochi?
“Gioco sia a Dungeons and Dragons che a Il richiamo di Cthulhu. Per me D&D può essere gestito in tanti modi, quindi di solito mescolo altri generi alle regole classiche e affianco il tutto ai tarocchi. Altre volte, invece,cerco di rendere il gioco più snello.”
Hai provato sia il gioco di ruolo dal vivo che quello virtuale? Quale preferisci?
“Ho iniziato con il gioco di ruolo dal vivo. Poi, durante la quarantena ho sperimentato il gioco virtuale e ancora oggi mi diverto a seguire le sessioni online.
Tuttavia preferisco il gioco al tavolo perché è più coinvolgente e permette di avere un rapporto più genuino. Inoltre diventa più facile socializzare e dal vivo puoi percepire con quanta passione gli altri giocatori partecipano. È vero anche che durante le sessioni virtuali puoi riprodurre avventure ed effetti che dal vivo sarebbero impossibili da realizzare. Giocare online è comodo quando uscire di casa o incontrarsi diventa difficoltoso ma non si vuole rinunciare ad una serata tra amici.”
Hai un personaggio preferito che riproponi spesso durante le partite o a cui ti ispiri per modellarne di nuovi?
“Il mio personaggio preferito l’ho lasciato in un precedente regolamento di D&D dopo che ha concluso la sua storia personale. Però mi piace riutilizzare il ruolo del Guaritore perché mi permette di osservare gli altri giocare e mi dà spazio per ruolare. Ad ogni modo apprezzo la varietà e tento di creare sempre personaggi diversi mantenendo qualcosa di me stesso.”
3 consigli flash da dare a chi inizia ad approcciarsi ai giochi di ruolo
“1° consiglio: individua un genere che ti piace e tenta di immaginare te stesso in un’ambientazione di questo tipo. Così saprai a cosa ti piace giocare.
2° consiglio: non pensare troppo. Quando sei nelle fasi iniziali, buttati e sbaglia tanto. Solo così migliorerai altrettanto velocemente.
3° consiglio: non avere paura di rispondere al tuo master. Se c’è qualcosa che non ti piace, che sia il suo modo di porsi o la tematica trattata, faglielo presente.”
La rubrica è conclusa e ci auguriamo che ti sia piaciuta. Se hai un argomento o un’idea che desideri approfondire o su cui ti piacerebbe aprire un confronto scrivi per email o contattaci sui social! Sarà un piacere ascoltarti!