Una chiacchierata con il fondatore di Strane Nuvole

Ultimamente, abbiamo pubblicato diversi blog post sulle nostre live Instagram a tema passion economy. Abbiamo parlato di persone che hanno avviato un’attività di cosplay su misura e di altre che stanno avviando un Digital pot, una fucina di talenti. Ma per la nostra rubrica sull’Economia delle Passioni abbiamo invitato anche persone che si occupano di associazioni culturali, come Peppe Pecora, fondatore di Strane Nuvole di Matera, associazione per la divulgazione del fumetto.

Chi è Peppe Pecora

Per descriverlo, usiamo la bio che troviamo nella pagina Facebook Strane Nuvole. Di sé Peppe Pecora dice:

“Sono colto, mascherato e a tratti pure simpatico. Leggo troppi fumetti, non so sceglierne uno preferito. Ascolto tantissima musica e guardo un sacco di serie TV. Non insistete. Non so resistere ai dolci, sono golosissimo. Per me Strane Nuvole è il piacere di concedersi del tempo per leggere fumetti, impegnarsi per raggiungere i propri sogni e condividere le proprie passioni con gli altri”.

Peppe Pecora di Strane Nuvole

Fatta questa intro, andiamo a vedere che cosa ci ha raccontato in live della sua associazione.

Com’è nata l’idea di costituire l’associazione?

La nostra storia nasce nel 2009, anno in cui io e Danilo Barbarinaldi, entrambi appassionati di fumetto, abbiamo deciso di fondare un’associazione rivolta a persone con i nostri stessi interessi. L’idea era quella di aprire uno spazio fisico che potesse essere sede di corsi e laboratori. E che potesse fare da casa a centinaia di fumetti, così da creare un piccolo polo bibliotecario. Quando abbiamo aperto io curavo la parte della biblioteca, mentre Danilo si occupava della parte creativa, come lo sviluppo dei corsi di disegno.

Quello che volevamo fare non era solo offrire beni materiali, ma creare delle relazioni. Mi permetto di dire che la parte relazionale ha funzionato più che bene, tanto che alcune persone, che hanno cominciato a frequentare Strane Nuvole quando facevano le scuole medie, sono oggi nostre socie. Non solo, ma sono tra coloro che nel 2020 hanno deciso di riaprire l’associazione dopo un periodo di stop.

Come è nata la scintilla? Tu e Danilo vi conoscevate già prima di fondare Strane Nuvole?

Allora, io e Danilo frequentavamo gli scout, quindi venivamo da un’esperienza associativa. E poi ci conoscevamo perché avevamo entrambi una passione per il fumetto. Io l’ho portata avanti soprattutto da un punto di vista collezionistico, mentre Danilo ha fatto un percorso di studi attinente alla materia, si è diplomato all’Accademia e ha intrapreso la carriera dell’artista, cosa che porta ancora avanti.

Quali sono stati i vostri “primi passi”?

Per i primi tempi ci siamo sistemati in Via delle Beccherie. La sede era molto piccola, ma vicinissima alla piazza principale, ed era sostanzialmente una stanza accanto a quella che Danilo utilizzava come studio. Per me era un luogo dove si sviluppava l’arte del fumetto sia da un punto di vista della creatività, sia da un punto di vista delle relazioni.

Quali sono stati i cambiamenti che avete attraversato fino alla rinascita attuale?

L’associazione è nata come esperimento, ma è andata oltre le nostre aspettative. Tanto che, a due anni dalla fondazione, gli spazi erano diventati troppo piccoli per il numero di attività che portavamo avanti. Abbiamo deciso di unirci perciò ad un’altra associazione materana, che promuoveva il gioco (gioco da tavolo, di carte, ecc.) per creare un polo nerd. Ovviamente è stato necessario un cambio di sede. Quella nuova era una sede su due, tre livelli, uno spazio davvero enorme per un’associazione senza fine di lucro.

In quel periodo ci è capitato di organizzare tornei provinciali di giochi da tavolo classico, quali scacchi, risiko e monopoli. Insomma, abbiamo sperimentato attività diverse cercando di aderire a quella che era la mission originale, ovvero mantenere la sede come luogo di socialità, rivolto soprattutto (ma non solo) ai più giovani. C’è capitato infatti di accogliere anche persone adulte (i giocatori di scacchi) in quanto i tornei provinciali di questo gioco sono riservati a persone che hanno un ranking nazionale con dei punteggi.

Quell’esperimento è stato interessante perché ci ha permesso di crescere da un punto di vista dei numeri. Ma ha significato fare il passo più lungo della gamba perché i costi di gestione di spazi così grandi sono veramente ingenti. E dopo i primi anni, che hanno visto entusiasmo e grande partecipazione, riuscire a coprire tutte le spese stava iniziando ad essere difficile.

Quando questa cosa diventa ingestibile, abbiamo deciso di spostarci in una sede più piccola. Quindi siamo passati dall’essere Strane Nuvole a riunirci tutti in uno spazio, che si chiamava Officine Ludiche, in cui operava anche la biblioteca del fumetto Strane Nuvole.

Un altro problema era che col tempo abbiamo perso parte della base associativa, composta da ragazzi e ragazze. Questo è dovuto al fatto che parte dei nostri soci sono andati fuori città o fuori regione per studiare e non essendo riusciti a creare un ricambio generazionale nell’immediato il numero degli associati è andato riducendosi. Nel 2016 abbiamo così deciso di chiudere la sede nella speranza che ci fosse poi l’occasione di riprendere. E tra una cosa e l’altra sono passati quattro anni.

Cosa avete imparato dall’esperienza pregressa?

Noi abbiamo adesso una consapevolezza diversa e cerchiamo di mantenerci in quell’equilibrio tra il fare poco e il non cercare di strafare per evitare poi di doverci guardare negli occhi tra un annetto e dire “dobbiamo rivedere il tutto”.

Come è andata la ripresa? C’è un evento particolare che vi ha fatto sedere a tavolino e dire adesso vogliamo andare in un’altra direzione?

Sì, ci sono state due cose. Innanzitutto, a Matera si è creato un gruppetto informale di persone che volevano organizzare un festival sul modello del Lucca Comics. C’eravamo ritrovati io, Danilo, parte del gruppo storico Strane Nuvole, più altri ragazzi che avevamo conosciuto in passato. Poi a causa della pandemia il progetto non è stato mai realizzato, però da allora abbiamo cominciato a ritrovarci tra di noi per fare altro. La cosa bella è stata che anche chi si era spostato per esigenze di lavoro o studio era ritornato a Matera.

Contemporaneamente, nel 2020 la sede che occupiamo adesso si è liberata. Io conoscevo lo spazio perché era il mio ufficio precedente, per cui ho colto questa occasione al volo e ho proposto agli altri di affittarla. Abbiamo investito del tempo per la riorganizzazione dell’associazione e per risistemare fisicamente la sede facendo dei piccoli lavori. Il risultato è che adesso riusciamo ad ospitare una biblioteca del fumetto ricchissima, che conta all’incirca 5.000 volumi. E anche a gestire bene l’attività di laboratorio e dei corsi.

Svolgiamo per esempio laboratori per bambini di 5-6 anni che hanno un’idea molto vaga di che cosa sia il fumetto. Quindi ci sono dei momenti in cui ci poniamo in una veste educativa. Solitamente, per insegnare ai bambini più piccoli cosa sono i fumetti ci giochiamo insieme, scegliendo dei personaggi che siano vicini al loro mondo.

Quali risorse personali avete messo in gioco? Chi è che si occupa dei corsi?

Attualmente ci basiamo sulla disponibilità e sulle competenze di tanti soci diversi, che non sono più solamente il gruppo di coloro che hanno fondato o rifondato l’associazione, ma ragazzi e ragazze che si sono avvicinati a Strane Nuvole col tempo.

Come vedete il futuro dell’associazione Strane Nuvole?

In questo momento cerchiamo di dare spazio a tutte le idee e di farci conoscere il più possibile anche andando in direzioni diverse. Recentemente, ad esempio, sono state fatte delle attività dedicate a Diabolik, personaggio storico del fumetto italiano che raggiunge un po’ più un pubblico adulto. Ma qui ci occupiamo anche di manga, una tipologia di fumetto totalmente diversa che attira invece molto gli adolescenti.

Quali sono le attività in programma e come siete organizzati?

La biblioteca è aperta tutti i pomeriggi dal mercoledì al sabato. Per quanto riguarda le altre attività, abbiamo una tipologia di laboratori che abbiamo chiamato Strane Nuvole Kids che si rivolge alla fascia 5 – 9 anni. E poi abbiamo un vero e proprio corso di fumetto tenuto da uno dei nostri soci, che si svolge una volta alla settimana. Si tratta di una piccola classe e come fascia di età siamo più o meno sulla scuola media. Chi frequenta il corso non impara solo a disegnare ma anche a realizzare le tavole e l’obiettivo è sempre quello poi di andare a realizzare un piccolo volumetto che noi stampiamo per una diffusione interna.

Facciamo anche delle attività legate al gioco di ruolo (soprattutto Dungeons and Dragons). Abbiamo sia un gruppo di giocatori di età più giovane (parliamo anche qui di scuola media), sia un gruppo di adulti. Gli adulti si radunano la sera, mentre i piccoli durante il weekend.

Wrapping up

Con questo si chiude il nostro articolo sulla live con Strane Nuvole. La rubrica ti piace? Avresti altri argomenti da proporci o dei suggerimenti per migliorare? Allora puoi scriverci a info@vivicomics.com. Per quanto riguarda il blog, la prossima settimana pubblicheremo un altro articolo a tema passion economy, quindi continua a seguirci!